La badante convivente: quali sono i contratti, gli orari e i costi da conoscere prima di assumerla
In Italia gli anziani che abitano con una badante convivente e sono alle prese con i relativi contratti, orari di lavoro e costi del servizio ammontano a centinaia di migliaia.
Il motivo è noto. L’aumento dell’aspettativa di vita si traduce in un incremento di anziani che necessitano di una caregiver con la quale convivere. Un ruolo a cui purtroppo i familiari, con le loro routine già affollate di impegni, non sono in grado di provvedere.
Se stai pensando anche tu di assumere una badante convivente a tempo pieno o part time forse saprai già che si tratta di un servizio personalizzabile e flessibile, studiato per corrispondere alle differenti richieste. Chi cerca un’assistente per anziani coabitante, infatti, oggi può scegliere fra caregivers di livello Bs, Cs e Ds.
La maggior parte sono straniere (Approfondimento: “Badante straniera: Scenari possibili per assumere una badante extracomunitaria”). Nel tempo però è cresciuta anche la presenza di assistenti domiciliari italiane.
Avere a disposizione varie alternative è certo positivo, ma come capire qual è l’assistente familiare più adatta? E in che modo destreggiarsi con la stipula del contratto di assunzione, attenendosi a quanto stabilisce il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro Domestico? Queste domande che magari ti stai ponendo ne portano altre. Per esempio: esistono degli aiuti economici per ammortizzare l’esborso mensile? E come regolarsi con gli orari di lavoro, le spese, la burocrazia e gli aspetti fiscali?
Noi di Servizi Badanti capiamo che scegliere una caregiver giorno e notte comporta tanto impegno. Serve un’attenta valutazione delle proprie esigenze e dei costi sostenibili, in particolare quando il rapporto di lavoro è plausibilmente destinato a durare più anni.
Per questo t’invitiamo a documentarti con cura leggendo la presenta guida. Al termine, se lo vorrai, ti aiuteremo a trovare la badante convivente in grado di rispondere alle tue esigenze.


Indice articolo
- 1.Quando una badante viene definita convivente
- 2.Perché sia definita badante convivente occorre la residenza nella casa dell’assistito?
- 3.E’ obbligatoria la Comunicazione di ospitalità alla Pubblica Sicurezza?
- 4.La badante convivente entra nello stato di famiglia del datore di lavoro?
- 5.Le mansioni di/delle badanti conviventi
- 6.L’inquadramento e retribuzione delle badanti conviventi
- 7.Assistenza domiciliare per mera compagnia (a super)
- 8.Assistenza domiciliare per persone autosufficienti (b super)
- 9.Assistenza domestica per persone non autosufficienti (c super)
- 10.Assistenza domestica erogata da caregiver con specifica formazione (d super)
- 11.Giorni di riposo, orario lavorativo e ferie di/delle badanti conviventi
- 12.Orario badante convivente a tempo pieno
- 13.La badante convivente deve essere sempre disponibile?
- 14.Badante convivente quante notti libere le spettano?
- 15. Orario di riposo per badanti conviventi
- 16.Ferie per badanti conviventi
- 17.Malattia delle badanti conviventi
- 18.Come sostituire la badante durante i riposi?
- 19.Badante convivente: vitto e alloggio
- 20.Gli obblighi del datore di lavoro: cosa prevede il contratto nazionale?
- 21.Indennità sostitutiva badante
- 22.TFR, tredicesima, straordinari e bonus della badante convivente
- 23.Tfr della badante convivente
- 24. Tredicesima della badante convivente
- 25.Straordinari della badante convivente
- 26.Bonus per la badante convivente
- 27.Come scegliere la badante convivente
Quando una badante viene definita convivente
Il CCNL definisce la badante come convivente se presta il suo servizio nello stesso luogo in cui vive. Ed è esattamente quello che accade in caso di assistenza domiciliare continuativa (Approfondimento: “Quali sono le diverse tipologie di assistenza domiciliare?”), in cui la caregiver ha generalmente un orario di lavoro prolungato e si mantiene in presenza nelle restanti fasce orarie, con l’eccezione dei giorni e orari in cui è libera dal servizio e può assentarsi.
Gli orari in cui l’assistente familiare presta la propria attività possono essere diurni o notturni (attenzione: non 24 ore come ritengono molti!). In ambedue i casi la collaboratrice ha diritto a vitto e alloggio.
La comodità e la sicurezza di avere una badante a tempo pieno rappresentano vantaggi indiscutibili per un anziano o una coppia di anziani, in special modo se non autosufficienti.
Ma una convivenza serena richiede il rispetto delle leggi che regolamentano l’assistenza domiciliare con convivenza, onde evitare guai con il fisco, l’Ispettorato del Lavoro o con la Pubblica Sicurezza. Le cose principali da sapere a tal merito sono esaminate nei paragrafi seguenti.
Caregiver fissa con anziano disabile

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Perché sia definita badante convivente occorre la residenza nella casa dell’assistito?
Una badante convivente può tranquillamente mantenere la residenza e anche il domicilio altrove, purché in Italia. Oppure può decidere di spostare il domicilio e/o la residenza presso l’abitazione del suo assistito, previa comunicazione al medesimo. La prima soluzione (assistente familiare non residente) è quella preferibile per questioni burocratiche, ma ci sono 3 casi in cui non risulta praticabile:
- la caregiver ha residenza all’estero. La normativa in materia prescrive che l’assistente domiciliare convivente debba risiedere in Italia, per cui il datore di lavoro che intende assumerla è obbligato a concederle la residenza a casa sua;
- l’attuale residenza risulta presso il suo ex assistito, e diventa necessario spostarla;
- è la badante stessa a farne richiesta al datore di lavoro.
Dal punto di vista burocratico l’iter da seguire è semplice: basta presentare documento d’identità, tessera sanitaria e contratto di lavoro della caregiver all’Anagrafe di pertinenza.
Lo spostamento della residenza a contratto liquidato dovrebbe essere altrettanto facile. E’ davvero così? In effetti uno dei dilemmi più frequenti tra quanti devono dare la residenza alla propria badante riguarda i rischi che si corrono qualora il rapporto di lavoro debba interrompersi e ci si aspetta che la caregiver traslochi altrove.
Se non succede e si creano problemi? Per evitare situazioni dalla gestione laboriosa conviene sempre precisare nel contratto che al termine del rapporto di lavoro il locale abitato dalla badante dovrà essere lasciato libero entro il termine temporale indicato. Inoltre il datore di lavoro o padrone di casa può agire autonomamente, comunicando all’Anagrafe di riferimento che la lavoratrice non risiede più a casa sua.


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E’ obbligatoria la Comunicazione di ospitalità alla Pubblica Sicurezza?
Altro quesito di grande interesse è quello concernente l’eventuale obbligo di comunicazione di ospitalità della badante convivente alla Questura. Che in effetti sussiste nel caso la caregiver sia straniera. La comunicazione all’ufficio locale di pubblica sicurezza deve avere luogo:
- entro 2 giorni dalla formalizzazione del contratto di lavoro in caso di assistente familiare extracomunitaria;
- oppure entro 30 giorni se si tratta di una cittadina UE.
L’adempimento può essere assolto da remoto inviando la comunicazione di ospitalità della badante convivente via PEC o tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
Per chi lo preferisce è anche possibile recarsi di persona presso l’ufficio dedicato della questura o del commissariato (in assenza di questi sul territorio di pertinenza ci si dovrà rivolgere al Comune). Occorre sempre allegare la fotocopia del documento d’identità della lavoratrice appena assunta.
E’ bene precisare che il mancato assolvimento dell’obbligo in questione espone a una sanzione amministrativa potenzialmente salata.
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La badante convivente entra nello stato di famiglia del datore di lavoro?
La caregiver assunta e coabitante non entra a fare parte dello stato di famiglia del suo datore di lavoro nemmeno se assume la residenza a casa sua.
Infatti risulterà sì domiciliata presso la stessa abitazione, ma mantenendo uno stato di famiglia separato, come da richiesta all’Anagrafe, alla quale questo dettaglio deve essere specificato.
Per quanto riguarda le spese familiari legate a utenze e TARI, invece? Per le prime non ci saranno variazioni amministrative, ma un ovvio aumento dei costi delle bollette dovuti a una presenza in più sì. Tale costo è a carico del datore di lavoro.
Discorso diverso per la tassa sui rifiuti urbani, per la quale la caregiver diventa contribuente solidale. Qualora il datore non intenda accollarsi la sua quota, consigliamo di precisare questo dettaglio in anticipo con la neo assunta.
Una badante per convivenza passeggia con l’anziana che segue

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Le mansioni di/delle badanti conviventi
I vari compiti che spettano alle assistenti per anziani conviventi possono variare da caso a caso perché si tratta di un servizio personalizzato. Il grado di autonomia e lo stato di salute dell’anziano appaiono i fattori principali per decidere l’inquadramento della badante convivente da assumere, e di conseguenza i compiti che dovrà svolgere.
Se il soggetto è autonomo la scelta può ricadere su una caregiver di livello As o Bs. Se invece non lo è, le alternative sono fra un’assistente domiciliare privata di livello Cs o Ds (Approfondimento:“Assistenza anziani a domicilio”). In ogni caso il fine ultimo rimane sempre quello di fornire all’assistito un aiuto pratico ed emotivo affinché possa vivere al meglio.
In linea generale le mansioni che accomunano l’operato delle badanti a tempo pieno indipendentemente dal livello sono:
- mantenere pulita e ordinata l’abitazione dell’assistito. Qualora ce ne sia bisogno, la badante convivente può anche adoperarsi per apportare le modifiche necessarie a rendere l’ambiente più idoneo alle condizioni dell’anziano. Un esempio può essere l’aggiunta di tappeti antiscivolo, la sistemazione dell’illuminazione, etc.
- somministrare l’eventuale terapia orale negli orari prescritti dal medico (livello Ds); se l’anziano è autonomo risulta sufficiente la supervisione;
- supportare emotivamente la persona, in particolare quando vive solo e/o le condizioni di salute lo rendono più fragile anche sul piano psicologico. Questa è una delle mansioni più delicate e difficili della badante convivente, perché spesso deve affrontare gli sbalzi di umore, l’aggressività, l’apatia e l’ansia del suo assistito. La scelta di un’operatrice familiare in sintonia con colui/colei che beneficia del suo servizio risulta quindi fondamentale. Se temi di sbagliare siamo qui a darti una buona notizia: possiamo aiutarti noi, devi soltanto contattarci;
- curare l’igiene della persona se questa non può provvedere in autonomia;
- preparare e somministrare i pasti. Nel farlo deve tenere in attenta considerazione le necessità dietetiche, i gusti e gli eventuali problemi di masticazione, deglutizione e digestione dell’anziano;
- accompagnarlo nei vari appuntamenti o svaghi fuori casa: visite mediche, terapie, impegni sociali, passeggiate, shopping, etc;
- vigilare costantemente sulle condizioni di salute della persona, preoccupandosi di comunicare al sanitario di riferimento e/o ai familiari mutamenti degni di nota;
- stimolare l’anziano a mantenersi attivo fisicamente e mentalmente, proponendogli (sue condizioni permettendo) passeggiate, letture, giochi di società, musica e in generale quanto può essere di suo gusto e alla sua portata;
- coordinarsi attivamente, con un atteggiamento collaborativo e una comunicazione chiara, con gli operatori sanitari e i parenti;
- occuparsi delle commissioni quotidiane in autonomia qualora il suo assistito non sia nella possibilità di provvedere (ad esempio fare la spesa, andare in lavanderia, farmacia, e via dicendo).
- gestire le eventuali situazioni di emergenza medica che possono presentarsi contattando prontamente i servizi sanitari.
Relativamente a molti di questi compiti, occorre evidenziare che assume un certo peso l’eventuale partecipazione dei familiari alla vita quotidiana dell’assistito. In fase di assunzione della badante convivente è consigliabile quindi concordare con la medesima quello che ci si aspetta esattamente da lei nel presente e, per quanto possibile, in fasi successive.

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L’inquadramento e retribuzione delle badanti conviventi
L’inquadramento delle badanti conviventi full time e part time, che è in funzione della loro formazione, ne determina sia le mansioni di competenza che la retribuzione minima secondo quanto stabilito dal CCNL. La classificazione salariale conta 4 livelli: A super, B super, C super e D super.
Ad accomunare le 4 figure professionali così inquadrate è l’erogazione di un servizio domiciliare alla persona di tipo continuativo, mentre la differenza sulle specifiche prestazioni si misura sul livello di autosufficienza del soggetto assistito e sulle sue condizioni di salute. In base a questi 2 fattori si seleziona quindi il profilo di caregiver idoneo.
L’assistenza giorno e notte per anziani è sempre più richiesta per gli over 80

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Assistenza domiciliare per mera compagnia (a super)
L’assistente a domicilio assunta per fare compagnia è la versione moderna della nota dama di compagnia dei tempi passati. La sua funzione è esclusivamente incentrata sull’intrattenimento e appunto sulla compagnia della persona per cui presta servizio, non ha altri compiti.
Al più le si può chiedere la preparazione di uno spuntino, una bevanda, l’accompagnamento occasionale al bagno. L’erogazione del servizio di mera compagnia può svolgersi nelle fasce orarie diurne o (più frequentemente) notturne. Generalmente la persona che ne usufruisce è del tutto autosufficiente, oppure beneficia di un caregiver.
Questa badante convivente ha uno stipendio mensile che parte da circa € 760, cui vanno aggiunti tredicesima, ferie pagate, contributi INPS più INAIL, TFR, cassa Colf e scatti di anzianità (se l’assunzione data ad almeno 2 anni addietro), vitto e alloggio.
Il totale parte quindi dai 1.200 euro. In caso di ore di straordinario queste saranno compensate con una maggiorazione del 20%, 50% o 60% a seconda della fascia oraria e del giorno. Qualora invece si crei una necessità di assistenza nell’orario previsto (ad esempio l’anziano deve recarsi numerose volte in bagno) occorre calcolare un aumento del 10% per ogni ora.
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Assistenza domiciliare per persone autosufficienti (b super)
La badante convivente inquadrata con il livello Bs assiste 1-2 persone autosufficienti. Il suo compito è quindi rivolto in prevalenza al supporto emotivo, all’accompagnamento e alla cura dell’abitazione. Generalmente si tratta di un anziano in discreta salute ma con un’età avanzata che lo esenta da compiti gravosi (Approfondimento:“Assistenza domiciliare per anziani”).
Oltre alle mansioni citate può aiutarlo nell’organizzazione della vita quotidiana ed occuparsi della preparazione dei pasti. Naturalmente monitora anche le condizioni psico-fisiche dell’assistito, ma non è richiesta una preparazione specifica in ambito socio-sanitario.
Il costo per un’assistente familiare di livello Bs che presta servizio full time in fascia diurna include lo stipendio percepito dalla medesima, che ammonta a circa 1.000 euro mensili, e tutte le voci accessorie: ferie, contributi previdenziali (0,91 € x ora a carico del datore di lavoro), TFR, scatti di anzianità, cassa Colf.
L’ammontare complessivo parte da circa € 1.390 al netto degli eventuali scatti di anzianità. Ci sono poi da conteggiare le spese di vitto e alloggio. Se la badante convivente non ne usufruisce ha diritto a un corrispettivo forfettario di € 6,60 al giorno.
In caso l’assistente domiciliare convivente di livello Bs lavori di notte l’importo dello stipendio sale del 20%, si parte quindi da € 1.137 di retribuzione. Con tutte le altre voci correlate la spesa base parte da € 1.565.
Per questo specifico inquadramento è anche possibile un contratto part time, con un impegno lavorativo inferiore od uguale a 30 ore settimanali. La retribuzione lorda parte da circa 700 euro ed è importante sapere che non viene calcolata ad ore: un’assistente domiciliare che lavora 10 ore riceverà una paga molto simile a quella di una collega impegnata per 30 ore.
Il calcolo dei contributi previdenziali invece è proporzionale alle ore effettive di servizio. Con i costi correlati già visti per gli altri inquadramenti la spesa totale per il datore di lavoro (stima su 30 ore) parte da circa 940 euro.
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Assistenza domestica per persone non autosufficienti (c super)
L’inquadramento professionale di assistente familiare C super definisce la badante dedita alla cura di una persona non autosufficiente. Questa figura professionale è però priva di una formazione nel campo dell’assistenza. Una caregiver Cs convivente si fa quindi carico delle varie mansioni legate alla preparazione dei pasti, supervisione dell’eventuale terapia farmacologica orale, igiene personale dell’assistito, accompagnamento, gestione del calendario degli appuntamenti, sorveglianza dello stato di salute, sostegno emotivo.
In più se richiesto si occupa delle faccende domestiche e delle commissioni quotidiane.
La retribuzione mensile base percepita da una badante convivente di livello C super ha un ammontare che parte da poco più di 1.100 euro lorde. Aggiungendo il rateo ferie e quello dell’indennità di fine rapporto più i contributi previdenziali (0,91 € x ora a carico del datore di lavoro) si raggiunge un importo superiore ai 1.500 euro.
Quando la caregiver è dedita all’assistenza notturna la retribuzione mensile parte da poco meno di € 1.300, ed il costo complessivo d ai 1.750 euro.
Per i livelli Bs e Cs infine, quando la caregiver ha la certificazione di qualità, si aggiunge l’indennità lavoratori certificati UNI11766, di poco superiore agli 11 euro.
Un’assistente familiare fissa di livello ds

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Assistenza domestica erogata da caregiver con specifica formazione (d super)
Le badanti conviventi di livello Ds risultano idonee ad assistere anziani con condizioni di salute precarie. Diversamente dai livelli appena visti queste caregiver possiedono una formazione professionale specifica. Può anche trattarsi di operatori ed operatrici OSS, talvolta OSA. Il loro ruolo comporta maggiori responsabilità e capacità decisionali.
In caso di infermi con patologie croniche altamente invalidanti, come ad esempio l’Alzheimer (Approfondimento:“Assistenza per malati di Alzheimer: Il ruolo della badante e le cure domiciliari”) l’assunzione di un’assistente familiare qualificata appare la scelta preferibile, anche se i costi mensili sono più alti.
Lo stipendio lordo di una caregiver con inquadramento D super parte da € 1.579 (stipendio base + indennità di funzione), ma per il datore di lavoro la spesa mensile supera i 2.000 euro. Anche per questo livello infatti allo stipendio vanno sommati il rateo ferie, TFR, cassa Colf, previdenza (0,91 € x ora a carico del datore di lavoro), tredicesima, eventuali scatti di anzianità.
In caso di badante convivente D super assunta per l’assistenza notturna si parte da uno stipendio lordo di circa € 1.650. Con i vari costi correlati l’esborso mensile sale a € 2.200. Nota però che i contributi da conteggiare possono essere inferiori alle ore di servizio effettive, ossia si calcolano 48-40 h settimanali e non 54 (questo vale per ogni livello di inquadramento).
Le descrizioni appena fatte dei livelli di inquadramento delle badanti conviventi Cs e Ds riguardano l’assistenza unipersonale. In realtà non è affatto raro che una badante convivente assista una coppia di anziani non autonomi. In tal caso ha diritto, come sancito dal CCNL, ad un bonus mensile per l’impegno aggiuntivo. Al momento il medesimo corrisponde a circa € 114.
E’ utile sapere però che una caregiver full time può occuparsi di 2 persone soltanto se le loro condizioni di salute lo permettono. Un’assistente familiare dedita alla cura di una persona gravemente inferma, come ad esempio un paziente con Parkinson, non potrà seguire anche il convivente.
Un’ultima cosa da sapere (per tutti i livelli) riguarda quei casi in cui la badante convivente presta servizio diurno per un numero di ore inferiore al tetto massimo di 54. Lo stipendio rimane uguale perché il calcolo avviene su base mensile e non oraria, ma calano (in proporzione alla riduzione dell’orario mensile totale) le spese previdenziali.
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Giorni di riposo, orario lavorativo e ferie di/delle badanti conviventi
Quando si parla di badanti conviventi si può erroneamente credere che prestino servizio ininterrottamente o quasi, ma la realtà è alquanto diversa.
Come tutti i lavoratori, anche gli assistenti familiari hanno diritto ad un adeguato riposo. In dettaglio: le ferie annuali, il riposo settimanale e, qualora ne sussistano i motivi, anche ai permessi di assenza (retribuiti e non, come vedremo). In caso si chieda alla caregiver un impegno oltre le fasce orarie previste dal suo contratto occorrerà compensarla con un pagamento maggiorato (straordinari).
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Orario badante convivente a tempo pieno
Il CCNL stabilisce che una badante a tempo pieno presti servizio attivo per un massimo di 10 ore giornaliere, e un totale di 54 ore settimanali. L’orario di lavoro in fascia diurna è da collocarsi fra le 6 e le 22. Trattandosi di full time la distribuzione delle ore nell’arco della giornata è prerogativa del datore di lavoro. Ovviamente non si tratta di 10 ore di assistenza consecutiva: 2 ore di pausa sono obbligatorie.
I giorni di lavoro pieni sono quelli feriali, più mezza giornata al sabato; questo salvo diverso accordo fra le 2 parti. Ad esempio è possibile per la caregiver convivente lavorare l’intera giornata prefestiva e usufruire di mezza giornata di riposo (mattutino o pomeridiano) in un giorno infrasettimanale.
Il riposo domenicale di 24 ore è invece inderogabile, a meno che la badante non sia assunta con il contratto sostituzione riposi, oppure accetti di fare straordinari o ancora decida di adottare un giorno diverso per motivi confessionali. Solo in quest’ultima evenienza il servizio domenicale sarà equiparabile, come trattamento salariale, a quello feriale, mentre la maggiorazione degli straordinari riguarderà il giorno prescelto.
Un’anziana passeggia con la sua badante

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La badante convivente deve essere sempre disponibile?
Quando la badante convivente non presta servizio rimane in sola presenza. Questo significa che le può essere richiesta qualche occasionale prestazione, come ad esempio accompagnare in bagno il suo assistito, purché tali richieste mantengano il carattere di saltuarietà. Non devono insomma impedire all’assistente familiare in presenza di usufruire del riposo cui ha diritto.
Un discorso a parte, naturalmente, è quello legato alle emergenze sanitarie, ad esempio quando l’anziano abbia urgenza di ricovero o assistenza da parte della guardia medica: la caregiver in presenza dovrà attivarsi.
E se la badante convivente decide di uscire durante i suoi riposi quotidiani? In questo caso il complesso di diritti e doveri dell’operatrice domiciliare è più sfumato. Al punto che si sono verificati contenziosi per la cui risoluzione si è reso indispensabile ricorrere al tribunale.
Se l’assistito risulta autosufficiente oppure rimane qualcuno ad accudirlo (come si verifica quando ha familiari conviventi) non c’è motivo perché la caregiver non possa uscire, a patto di informare il datore di lavoro.
Viceversa, quando l’anziano manca di autonomia e non ci sono caregivers sostituti, la badante non può assentarsi. Se lo facesse comunque, potrebbe anche incorrere in una denuncia penale per abbandono di incapaci.
Nella lettera di assunzione è quindi importante specificare in dettaglio questo punto.
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Badante convivente quante notti libere le spettano?
Come già evidenziato, i badanti conviventi che lavorano a tempo pieno in orario diurno hanno diritto al riposo settimanale festivo, durante il quale possono scegliere di dormire fuori rientrando il lunedì mattina. Qualora, come è prassi comune, abbiano libera anche la seconda parte della giornata del sabato possono dormire altrove pure la notte fra sabato e domenica. Nei giorni feriali invece devono rimanere in presenza a casa, salvo diverso accordo.
Tale diverso accordo, definito contratto lungo orario, è contemplato nel CCNL e perciò possibile. In sostanza l’orario lavorativo sarà invariato ma al termine del servizio la lavoratrice si assenta e dorme altrove. Pur essendo formalmente un contratto di convivenza la caregiver non prende la residenza.
Per le badanti conviventi in servizio notturno il CCNL prevede un massimo di 6 notti alla settimana. Quella libera può essere tra sabato e domenica oppure tra domenica e lunedì, salvo diverso accordo da specificare nel contratto.
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Orario di riposo per badanti conviventi
I caregivers a tempo pieno hanno diritto a 36 ore di riposo settimanale, distribuite nella domenica (24 ore obbligatorie) e in un’ulteriore intervallo libero di 12 ore in un’altra giornata. Quest’ultima è da concordare con i datori di lavoro (in genere la scelta cade sul sabato pomeriggio). Inoltre usufruiscono di 11 ore di riposo consecutivo quotidiano più un intervallo di 2 ore giornaliere. In genere la pausa si situa in fascia oraria post-prandiale, o altrimenti personalizzabile previa intesa fra le parti.
Disabile con assistente familiare 24h

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Ferie per badanti conviventi
Il riposo feriale delle badanti conviventi che lavorano per tutto l’anno è di 26 giorni, indipendentemente dall’inquadramento specifico delle lavoratrici. I giorni di ferie possono essere sfruttati in una sola tranche o a scelta in 2 periodi separati.
Il datore di lavoro stabilisce il periodo in cui concederle, ovviamente in accordo con l’assistente per anziani. Talvolta può capitare che per necessità personali la badante preferisca rinviarle all’anno seguente.
In effetti è possibile con 2 modalità. La prima, adatta a ogni caso, permette di procrastinare 2 settimane in un arco temporale successivo di 18 mesi (non oltre). Due settimane invece dovranno essere usate obbligatoriamente nell’anno di lavoro in cui vengono maturate.
La seconda modalità è applicabile per i soli caregivers stranieri che vogliano avvalersi di un ritorno al paese di origine definibile come rimpatrio non definitivo. In tal caso i badanti possono rinviare tutti i 26 giorni di ferie all’anno seguente per garantirsi un’assenza di 52 giorni consecutivi (la modalità frazionata non è ammessa).
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Malattia delle badanti conviventi
La badante può ammalarsi proprio come qualunque altro collaboratore domestico. Quando accade deve prontamente comunicarlo al suo datore di lavoro. Se richiesto deve anche farsi rilasciare il certificato medico dal proprio curante. Il certificato è obbligatorio qualora la malattia abbia corso mentre si trova altrove (per ferie, matrimonio o quant’altro). Secondo le direttive del CCNL è obbligatorio conservarle il posto di lavoro con le seguenti modalità correlate al grado di anzianità e al tipo di malattia:
- anzianità inferiore ai 6 mesi: 10 giorni;
- anzianità superiore ai 6 mesi e fino a 2 anni: 45 giorni;
- anzianità oltre i 2 anni: 180 giorni.
I giorni sopra indicati s’intendono di calendario e non lavorativi. Se la badante convivente entra in malattia per patologia oncologica il periodo di comporto raddoppia. Al termine degli archi temporali indicati la caregiver può essere licenziata, a meno di non scegliere di comune accordo con il datore di lavoro di mettersi in ferie.
Per quanto riguarda la retribuzione della badante convivente malata, ti diciamo subito che spetta al datore di lavoro e non all’istituto previdenziale. L’importo dello stipendio va calcolato al 50% per i 3 giorni iniziali di malattia, in seguito al 100% per un periodo di:
- 5 giorni per anzianità di servizio inferiore ai 6 mesi;
- 7 giorni per anzianità inclusa in un arco temporale fra 6 mesi e 2 anni;
- 15 giorni per anzianità maggiore di un paio di anni.
Durante l’intero periodo di comporto la collaboratrice domestica matura normalmente le ferie, la tredicesima e il TFR.
All’assistente familiare convivente spetta anche l’indennità di vitto e alloggio se trascorre il periodo di malattia fuori casa, con l’eccezione delle strutture sanitarie.
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Come sostituire la badante durante i riposi?
Per la sostituzione di una badante a tempo pieno la soluzione più praticata, salvo disponibilità dei familiari e/o autosufficienza dell’assistito, è l’assunzione di una seconda badante. Valutando il singolo caso si può scegliere se stipulare il contratto per caregiver convivente oppure no. In ambo i casi, è fondamentale sapere, la retribuzione sarà calcolata su base oraria.
In genere si opta per un orario di servizio ricalcato su quello della badante da sostituire, ossia, trattandosi di un giorno e mezzo settimanale, 16 ore totali. Il costo per il datore di lavoro ammonta quindi a:
- € 8,49 e oltre per ora diurna con livello di inquadramento Cs, a cui vanno addizionati rateo liquidazione, ferie, previdenza sociale (€ 1,41 per ogni ora lavorata) e infortunistica, anzianità, indennità sostitutiva pasti/vitto se non corrisposti in natura;
- € 10,25 per badante di livello Ds, a cui aggiungere le voci viste sopra.
Questi importi orari di base si riferiscono ai giorni feriali, se la badante sostitutiva lavora i festivi devi aggiungere la maggiorazione del 60%.
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Badante convivente: vitto e alloggio
Una badante convivente ha sempre diritto a vitto e alloggio. Questi consistono in 3 pasti quotidiani e una stanza riservata che le consenta un’adeguata privacy e possibilità di riposo. Nel caso di assistente familiare convivente assunta con contratto part time i pasti scendono a 2.
Se per qualunque ragione la collaboratrice rinuncia ai medesimi matura il diritto a percepire un’indennità sostitutiva di € 6,60. Questa si applica anche ai periodi di ferie e assenza per matrimonio o lutto.
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Gli obblighi del datore di lavoro: cosa prevede il contratto nazionale?
Chi assume una badante convivente deve assicurarle anche il vitto, nella misura di 3 pasti composti da cibo sano e in quantità sufficiente a mantenere la persona in buone condizioni di salute. Siccome può presentarsi l’evenienza di assumere una badante che ha restrizioni nella dieta (per motivi di salute, religiosi oppure etici) è buona norma informarsi su quest’aspetto per consentirle di alimentarsi secondo le sue esigenze, posto che non sia lei ad occuparsi della spesa per il cibo.
Per quanto riguarda l’alloggio il datore di lavoro deve provvedere a fornirle una sistemazione che ne rispetti la dignità e le naturali esigenze di riposo. Il che in genere corrisponde a una stanza a uso esclusivo.
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Indennità sostitutiva badante
Come regolarsi quando la badante che vive con l’assistito non consuma i pasti a cui ha diritto, oppure non usufruisce dell’alloggio? Al contrario di quanto si possa credere, ha diritto a un’indennità sostitutiva, diritto che si estende anche al periodo di ferie, malattia o congedo. Fa eccezione il caso in cui fruisca dei medesimi in natura, che si verifica se rimane a casa dell’assistito, e della permanenza in una struttura ospedaliera (dato che vi riceve vitto e alloggio, ovviamente).
L’indennità badante corrisponde a un totale di € 6,60 al giorno. Se la mancata fruizione è soltanto parziale lo sarà anche il rimborso: € 1,98 per l’alloggio ed € 2,31 per singolo pasto. Tali valori rimangono fissi su base annuale ma non oltre perché sono influenzati dal costo della vita stimato dall’ISTAT.
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TFR, tredicesima, straordinari e bonus della badante convivente
Fra i costi del datore di lavoro di un badante convivente troviamo anche il trattamento di fine rapporto, le ferie e gli eventuali straordinari. Per ammortizzare il costo annuale è possibile fare richiesta del bonus badante in vigore.
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Tfr della badante convivente
Il TFR per una caregiver, al pari di quello di qualunque altro dipendente, costituisce una risorsa previdenziale accantonata dal datore di lavoro per ogni mese di lavoro della collaboratrice. Detto in altri termini rappresenta una quota dello stipendio mensile (rateo) che viene erogato alla cessazione del servizio oppure in forma anticipata (fino al 70%) a fine anno.
Il calcolo della liquidazione è standard: si somma lo stipendio annuale e si divide questo totale per 13,5. Il risultato è appunto il Tfr. Se il rapporto di lavoro è inferiore ai 12 mesi si calcolano i mesi effettivi nei quali l’assistente familiare ha lavorato per almeno 15 giorni anziché l’anno completo. All’importo ottenuto devi infine aggiungere il tasso di rivalutazione aggiornato sulle tabelle ISTAT.
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Tredicesima della badante convivente
Anche il calcolo della tredicesima è semplice, dato che corrisponde a una mensilità media (al lordo della tassazione cui è soggetta) per l’assistente familiare che ha lavorato per l’intero anno. Viceversa si calcola, come nel caso del TFR, sui mesi in cui il caregiver ha prestato servizio per almeno 15 giorni e dividendo il totale per 12.
Ricordiamo che questa mensilità matura anche in caso di malattia ed è sempre a carico del datore di lavoro. Discorso diverso per il congedo di maternità, in cui al datore spetta il versamento di una quota del 20% del rateo tredicesima per integrare il pagamento (80%) a carico dell’INPS.
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Straordinari della badante convivente
Il datore di lavoro può chiedere alla badante che convive con l’assistito la disponibilità ad effettuare straordinari feriali e/o festivi. Nota importante, le ore di servizio quotidiano complessivo non devono risultare superiori a 11. Il corrispettivo delle ore di straordinario badante è diversificato a seconda dei giorni e orari in cui avvengono.
Se il servizio viene erogato in fascia diurna di una giornata feriale la maggiorazione per ogni ora di lavoro ammonta al 40%. Oppure, con l’assenso della collaboratrice, il datore di lavoro può farle recuperare il riposo e quindi non ci sono extra.
Quando la prestazione straordinaria avviene in orario notturno l’incremento della retribuzione oraria sale al 50%, mentre allo straordinario festivo giorno/notte si applica la maggiorazione del 60%.
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Bonus per la badante convivente
Forse avrai già sentito parlare del Bonus Badanti. Sotto a tale definizione, in realtà, si ritrovano diverse tipologie di sostegni finanziari: lo scenario è dinamico ed è importante mantenersi aggiornati. Se ti rivolgi a noi per la ricerca della badante, sapremo consigliarti al meglio anche sotto a tale profilo.
In generale, l’erogazione di bonus statali o previdenziali è volta a contrastare il lavoro sommerso e ad aiutare le famiglie a basso reddito con anziani (Approfondimento: “Quali aiuti economici esistono per la assistenza domiciliare”).
Al momento un bonus badanti di sicuro interesse appare quello erogato da Cas.Sa.Colf. E’ rivolto ai suoi iscritti (con almeno un anno di contributi versati) non autosufficienti o con necessità di sostituire la caregiver in maternità.
L’entità dell’erogazione corrisponde a 300 euro mensili per i soggetti non autonomi e fino a 300 € forfettari per la sostituzione maternità. Il rimborso inizia dal mese successivo all’accettazione della domanda a Cas.Sa.Colf. Ricorda che per persone non autosufficienti è fondamentale allegare la certificazione medica che attesti tale condizione. La somma annuale ottenibile arriva fino a € 3.600.
Un altro bonus è quello di € 850 erogato dall’INPS. La platea di beneficiari è ristretta: over 80 con ISEE inferiore a € 6.000 e percettori dell’indennità di accompagnamento. L’importo è comunque di tutto rispetto.
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Come scegliere la badante convivente
Trovare la miglior badante convivente è un compito impegnativo. Prima di iniziare la ricerca è doveroso focalizzarsi sulle necessità dell’assistito e sulle mansioni che si chiederanno alla caregiver. Questo consente di capire in anticipo il livello di inquadramento idoneo, un dato fondamentale. Ma esistono ulteriori fattori da non trascurare:
- esperienza e referenze, in particolare se l’assistente familiare deve occuparsi di una persona non autosufficiente;
- i documenti in regola (in caso di badanti straniere, specialmente se provenienti da un’area extra-UE);
- la comprensione della lingua (solo per badanti non italiane, ovviamente);
- l’indole: parliamo di un rapporto di lavoro nel quale assistente e assistito rimarranno a stretto contatto per molte ore al giorno, occorre quindi capire se esiste una compatibilità sufficiente;
- disponibilità agli orari di lavoro che soddisfino le esigenze dell’anziano e, se s’ipotizza la necessità di straordinari, a svolgere questi ultimi;
- accordo per un contratto regolare: alcune badanti preferiscono il lavoro in nero per ragioni fiscali, quindi è bene chiarire subito che si intende regolarizzare la sua posizione.
Se la valutazione di questi e altri aspetti ti sembra complessa e temi di sbagliare, sappi che noi abbiamo la soluzione! Siamo un network con un’ampia scelta di badanti referenziate e accuratamente selezionate, possibilità di colloquio preliminare (gratuito, ovviamente) e la più grande disponibilità ad aiutarti passo passo nella scelta giusta. Contattaci e verifica tu stesso!
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