Assumere una badante: costi medi e tipologie di contratti applicabili
Quando in famiglia si decide di assumere una badante è indispensabile valutare il costo globale dell’ingaggio e la tipologia di contratto più indicato per le proprie esigenze. Le cose da sapere sono molte, perché la scelta è variegata e, banale dirlo, una badante non equivale a un’altra.
Si può optare per esempio per l’assunzione di una caregiver specializzata per l’aiuto a persone non autosufficienti oppure sceglierne una priva di qualifiche. Poi c’è l’alternativa tra badante donna oppure di sesso maschile e tra l’assunzione di un’assistente familiare a tempo indeterminato oppure a termine. Infine gli orari: c’è bisogno di un servizio nella fascia oraria diurna o notturna? Ognuna di queste alternative presenta ricadute da valutare in base alla propria situazione e avendo a mente il budget disponibile.
E a proposito di risorse finanziarie, ulteriori aspetti che entrano in gioco sono gli aiuti economici per le famiglie che assumono assistenti domiciliari (Approfondimento: “Quali aiuti economici esistono per l’assistenza domiciliare”). Infine c’è la questione delle assunzioni in nero: ti spiegheremo perché non convengono.
Eccoci insomma a cercare di chiarire tutti i dubbi per consentirti di assumere una badante con la massima serenità.


Indice articolo
- 1.Normativa di riferimento: Che tipo di contratto scegliere a seconda delle necessità della famiglia assistita e delle mansioni svolte della badante
- 2.CCNL per lavoro domestico
- 3.Chi stipula il contratto e quali documenti dovrà presentare il datore di lavoro
- 4.Cosa prevede la Lettera di assunzione
- 5.Quale è il periodo di prova previsto dalla normativa
- 6.Orari di lavoro e riposo previsti dalla normativa
- 7.Quale è il numero massimo di ore che può lavorare una badante convivente?
- 8.Orario settimanale di 30, 40 o 54 ore settimanali: come funziona?
- 9.Come funziona il riposo settimanale delle badanti
- 10. E possibile assumere una badante convivente con contratto part time? E possibile assumerla per meno di 30 ore settimanali?
- 11.Quanto costa assumere una badante
- 12.Quale è il costo medio mensile per assumere una badante
- 13.Quanto costa assumere una badante con orario settimanale di 30 o 40 ore?
- 14.Quanto costa assumere una badante convivente con orario settimanale 54 ore?
- 15. Quanto costa una badante a ore?
- 16.Quanto costa una badante notturna?
- 17.Quanto costa una badante nei weekend e giorni festivi?
- 18.Quando pagare vitto e alloggio?
- 19.Sanzioni previste dalla normativa per badanti e colf assunte in nero: i rischi per la famiglia
Normativa di riferimento: Che tipo di contratto scegliere a seconda delle necessità della famiglia assistita e delle mansioni svolte della badante
La scelta della badante da assumere deve tenere in considerazione sia le peculiari esigenze familiari che la normativa di riferimento, in particolare quanto indicato nel contratto collettivo nazionale del lavoro domestico. Com’è facile intuire, il quadro normativo disciplina ogni aspetto che andrà a costituire la lettera di assunzione dell’assistente familiare. Ad esempio le ore massime di servizio, le mansioni che le competono, le ferie annuali a cui ha diritto, il riposo settimanale, il periodo di prova e altro ancora.
Relativamente ai compiti della badante, ti sarà utile sapere che sono correlati al suo inquadramento. Cosa vuol dire? Che a seconda del livello che classifica le sue competenze secondo i parametri stabiliti dal CCNL può svolgere determinate mansioni oppure no (Approfondimento: “Tipologie di assistenza domiciliare”). In altre parole, ogni tipologia di assistente familiare è idonea per rispondere a specifiche esigenze familiari. I livelli che stiamo descrivendo sono 4:
- badante AS: il suo unico compito è fare compagnia e rimanere in presenza;
- badante BS: oltre a tenere compagnia può fare le pulizie, cucinare, incaricarsi delle commissioni quotidiane come fare la spesa;
- badante CS: oltre alle mansioni relative alla casa/cucina/commissioni può dedicarsi a una persona non autosufficiente ma soltanto per gli aspetti che non richiedono una specifica formazione. Ad esempio aiuto per l’igiene personale, per mangiare, sostegno nella deambulazione, etc.;
- badante DS: è in grado di occuparsi di una persona non più autonoma, anche gravemente ammalata (ad esempio chi soffre di Alzheimer) e/o di svolgere attività educative verso soggetti con deficit psichici o cognitivi per agevolarne l’inserimento/recupero sociale. Questo grazie alla formazione professionale che ha acquisito, che consiste in un corso specifico di almeno 500 ore.
Un’altra questione di fondamentale importanza riguarda le ore e le fasce orarie in cui si necessita delle prestazioni di una badante. In base alla valutazione è possibile assumere una caregiver che viva in famiglia (Approfondimento: “Badante convivente: guida completa per contratti, orari e costi per un assistente domestico”) oppure un’assistente familiare a ore (Approfondimento: “Badante non convivente: Assistenza notturna, diurna a ore o full time?”).
Per ognuna di queste 2 tipologie ricorda che puoi decidere se prendere a servizio un’assistente domiciliare con contratto a tempo pieno o a mezza giornata. O meglio, per la convivente l’opzione si realizza solo con il livello Bs.. Se tutto questo ti sembra complesso (e lo è!) puoi affidarti a un intermediario come un’agenzia interinale: grazie al contratto di lavoro in somministrazione puoi usufruire di garanzie sul servizio.
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CCNL per lavoro domestico
Abbiamo già anticipato che è il contratto collettivo nazionale per il lavoro domestico a regolamentare l’assunzione e il rapporto di lavoro fra famiglie e badanti. Tutto quello che contiene risulta dal punto d’incontro fra le associazioni che rappresentano i datori di lavoro domestico (DOMINA, FIDALDO) e i sindacati che tutelano i collaboratori domestici (Federcolf, Fisascat-CISL, UILTuCS, Filcams-CGIL).
Gli aspetti salienti, in estrema sintesi, riguardano cosa specificare e come redigere il contratto di lavoro e quali diritti e doveri avranno sia la badante che la famiglia che richiede le sue prestazioni.
Elenchiamo quelli di maggior interesse per i potenziali datori di lavoro che stanno decidendo sull’assunzione di un’assistente familiare (alcuni saranno ripresi in dettaglio nei paragrafi seguenti):
- documenti di lavoro: specifica quelli che il badante dovrà presentare per attestare la propria identità e l’idoneità all’incarico. Vi rientrano la carta d’identità, il codice fiscale, la tessera sanitaria, eventuali diplomi e, se il futuro collaboratore è straniero, il permesso di soggiorno rilasciato per lavoro o comunque compatibile con l’attività lavorativa (Approfondimento: “Badante straniera: Scenari possibili per assumere una badante extracomunitaria”);
- lettera di assunzione: è il contratto fra le 2 parti;
- arco temporale e causale dell’assunzione: indica il periodo di lavoro e la ragione (ad esempio sostituzione per ferie della badante fissa). La redazione del medesimo è fondamentale quando il rapporto di lavoro ha una durata superiore ai 12 giorni. In caso contrario un accordo orale fra la caregiver e la famiglia che la assume può considerarsi sufficiente;
- livello di inquadramento: descritto nel paragrafo precedente;
- periodo di prova (data di inizio e durata);
- giorni di riposo settimanale: domenica, salvo eccezioni, più una mezza giornata da indicare;
- straordinari che potrebbero essere richiesti;
- ferie: il datore di lavoro, salvo diverso accordo con l’assistente familiare, fissa un periodo tra giugno e settembre. E’ possibile però un’ampia personalizzazione del calendario feriale, purché non sia ridotto (per un anno di lavoro le ferie ammontano a 26 giorni);
- malattia: la badante ha obbligo di comunicare e se non convivente attestare la malattia, mentre al datore di lavoro spetta l’obbligo di corrisponderle la retribuzione secondo le modalità fissate dal CCNL;
- tutela delle lavoratrici madri: fra le altre cose specifica che il congedo per maternità prevede 3 mesi di astensione dal lavoro post partum più i 2 mesi antecedenti la data presunta del termine gravidanza. Qualora la medesima abbia principio ad assunzione già avvenuta, la badante non può essere licenziata fino al termine del periodo di congedo per maternità. L’unica eccezione ammessa è l’interruzione del rapporto di lavoro per giusta causa;
- tutela delle condizioni di lavoro: chi assume deve garantire un ambiente privo di rischi o se questi sussistono deve informarne la controparte. Se è attivo un servizio di monitoraggio ambientale occorre comunicarlo al collaboratore, ed escludere dalla videosorveglianza i servizi igienici e l’eventuale stanza ad uso esclusivo della badante;
- infortuni: il contratto descrive gli obblighi informativi della badante e del datore di lavoro più la ripartizione del versamento della retribuzione fra il datore e l’Inail;
- versamento dei contributi previdenziali;
- minimi retributivi: la tabella aggiornata di riferimento fissa la paga oraria/mensile minima, ossia che non può essere ritoccata al ribasso;
- vitto e alloggio quando da contemplarsi;
- scatti di anzianità;
- tredicesima;
- liquidazione di fine rapporto;
- interruzione del rapporto lavorativo e periodo di preavviso.


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Chi stipula il contratto e quali documenti dovrà presentare
Per la redazione del contratto tra la famiglia e la badante è possibile scegliere vari canali: (SE TI RIVOLGI A NOI OFFRIAMO QUESTO SERVIZIO) l’agenzia di riferimento , oppure un avvocato specializzato in diritto civile, un Caf; può anche scegliere di occuparsene in prima persona il datore di lavoro.
Quest’ultima opzione è però caldamente sconsigliabile se non si conosce a fondo la materia. Questo perché stiamo parlando di un documento complesso, avente valore legale e i cui eventuali errori possono esporre a sanzioni salate. Senza contare le preoccupanti conseguenze in caso di divergenze con il collaboratore domestico, dato che costui/costei potrebbe impugnarlo.
E’ poi utile sapere che la data di inizio del rapporto di lavoro, indicata espressamente nella lettera di assunzione, deve seguire di almeno un giorno e mai precedere la stipula del contratto stesso. Lo stesso vale per la comunicazione dell’assunzione all’INPS da parte della famiglia (o dell’intermediario) che ha ingaggiato la badante.
Se la caregiver è straniera e diventerà convivente gli obblighi formali proseguono con la dichiarazione di ospitalità e cessione di fabbricato, da inviare alla Questura.
Nel modulo vanno indicati i dati anagrafici delle 2 parti, il permesso di soggiorno, l’autorità che lo ha rilasciato e infine i dati dell’immobile in cui la badante andrà a vivere e lavorare. Ricorda che per fare questa comunicazione hai tempo fino a 48 ore dal momento dell’assunzione, non oltre.
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Cosa prevede la Lettera di assunzione
Per comprendere appieno come assumere una badante occorre avere dimestichezza con la lettera di assunzione. Si tratta del contratto stipulato tra datore di lavoro e badante. Il termine lettera di assunzione ben ne definisce la forma scritta obbligatoria, con tanto di firma in calce dei contraenti nonché redazione in duplice copia, una per la badante e una per chi assume. Tale documento è la versione personalizzata del contratto CCNL descritto e contiene tutti i dettagli del futuro rapporto di lavoro. In particolare descrive:
- la data di inizio del servizio;
- il livello di inquadramento della badante;
- l’eventuale convivenza;
- l’eventuale cambio di residenza della lavoratrice;
- le fasce orarie del servizio e l’ammontare di ore complessivo;
- qual è la mezza giornata infrasettimanale di riposo concordata nel caso di badante convivente;
- la paga;
- il luogo di lavoro (è necessario specificare anche le trasferte, ad esempio per le vacanze dell’assistito);
- il periodo di ferie, deciso di comune accordo;
- i compiti inclusi nel servizio.
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Quale è il periodo di prova previsto dalla normativa
L’assunzione di una badante è preceduta da un periodo di prova che è fissato dal CCNL del lavoro domestico e che va specificato nel contratto. Questo lasso di tempo realizza un vantaggio per ambo le parti. Chi assume infatti ha la possibilità di valutare l’idoneità del badante all’incarico che gli spetta, ivi inclusa, data la specifica natura del rapporto, la compatibilità con l’assistito. L’assistente familiare dal canto suo ha facoltà di valutare se il lavoro corrisponde alle sue aspettative e capacità.
Suddetto periodo corrisponde a 8 giorni lavorativi per badanti di livello AS, BS e CS non conviventi, e a 30 giorni per badanti DS e/o badanti conviventi. L’opera prestata viene regolarmente pagata e, se si realizza l’ingaggio, contribuisce al calcolo dell’anzianità di servizio.
Per la successiva assunzione al termine della prova vale il silenzio-assenso: se all’assistente familiare non viene comunicato il recesso del rapporto di lavoro, si può considerare assunto.
Quando invece le cose non vanno per il verso giusto ognuno dei 2 soggetti interessati può interrompere il rapporto senza dare un preavviso. La sola eccezione riguarda i datori di lavoro di badanti provenienti da un’altra regione, quando questi ultimi siano al loro primo ingresso nella regione in cui si attua il periodo di prova.
In questo specifico caso occorre dare al caregiver un preavviso di 3 giorni, o in alternativa pagargli la retribuzione corrispondente. Per tutti gli altri casi la cessazione della prova non esime il datore dal compensare la controparte con la retribuzione ordinaria per i giorni di servizio effettuati.
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Orari di lavoro e riposo previsti dalla normativa
Gli orari di attività e le modalità di riposo settimanale della badante dipendono da 2 fattori. Il primo è il tipo di contratto stipulato con la lavoratrice, cioè badante a ore o badante convivente, mentre il secondo consiste negli accordi personalizzati presi tra le 2 parti.
Questi ultimi vanno indicati espressamente nella lettera di assunzione, tenendo a mente che la flessibilità concessa dal CCNL è relativa e non assoluta. In altre parole, esiste un tetto al numero di ore massime che puoi richiedere alla caregiver.
Stesso discorso per i riposi settimanali: si può concordare ad esempio in quale giorno collocare la mezza giornata non festiva, ma non negarla o ridurre le ore totali di riposo.
Assistente familiare con anziana. E’ evidente la sintonia fra loro

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Quale è il numero massimo di ore che può lavorare una badante convivente?
La badante assunta come convivente, secondo quanto stabilisce il CCNL, ha un monte orario settimanale che può arrivare fino a 54 ore.
Il tetto massimo giornaliero di ore di servizio è fissato a 10, che possono occasionalmente salire a 11 con eventuali straordinari. In caso di orario pieno l’attività deve essere inframmezzata da intervalli di riposo (almeno uno, di 2 ore) e dalle pause per il vitto, che naturalmente non sono conteggiate come orario lavorativo.
Se l’intenzione è di assumere una badante notturna sappi che il limite massimo di 54 ore vale anche per lei. Per quanto riguarda il vitto però i pasti sono soltanto 2, colazione e cena.
La settimana lavorativa standard dell’assistente familiare che vive con l’assistito è di 5 giorni pieni più mezza giornata. Questo parametro è modificabile, ma solo saltuariamente, qualora le esigenze dell’anziano lo richiedano, domandando alla caregiver la disponibilità a fare straordinari (Approfondimento: “Assistenza anziani a domicilio”).
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Orario settimanale di 30, 40 o 54 ore settimanali: come funziona?
Le famiglie che assumono un’assistente familiare hanno necessità diverse una dall’altra. C’è chi deve procurarsi una badante fissa con orario di servizio prolungato esteso per l’intera settimana lavorativa. Il full time con convivenza corrisponde a 54 h di servizio. Le fasce orarie dipendono dalle necessità familiari, quindi l’assistenza può essere diurna, notturna o mista. Le ore lavorative nelle 24h rimangono comunque 10 al massimo. Lo stipendio è mensilizzato.
Altri possono accontentarsi di un monte orario non superiore alle 8 ore quotidiane, senza pernottamento. Infine, svariati anziani possono accontentarsi di una badante part time.
In tal caso è possibile stipulare un contratto con orario ridotto. Puoi scegliere fra:
- assumere una badante non convivente, con tetto massimo di attività di 40 ore settimanali e paga oraria;
- prendere una badante convivente con contratto part time, purché sia inquadrata con livello Bs, che come abbiamo visto identifica la caregiver per persone autosufficienti. La retribuzione in tal caso è mensile, basata su un orario ridotto che può arrivare fino a 30 ore.
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Come funziona il riposo settimanale delle badanti
Stabilito che tutte le badanti, assunte con qualunque tipologia di contratto, hanno diritto al riposo settimanale, vediamo ora cosa dice in dettaglio il CCNL.
Badanti conviventi. Hanno diritto a 36 ore di riposo settimanale suddivise in una giornata e mezzo libera. La domenica è la giornata piena, e salvo occasionali straordinari sussiste l’obbligo di usufruirne. L’altra mezza giornata può essere il sabato pomeriggio/mattina o 12 ore di un dì feriale. La scelta del sabato consente alla badante di usufruire di un break ininterrotto durante il quale, se lo desidera, può anche dormire fuori sia la notte del sabato che la notte della domenica.
Per le badanti straniere però la festività settimanale potrebbe corrispondere a un giorno diverso, ad esempio per i musulmani è il venerdì. In tal caso, è possibile dare alla badante la giornata completamente libera il venerdì e farla lavorare la domenica.
Sul versante retributivo la domenica sarà compensata come un feriale, mentre il giorno prescelto per onorare la sua liturgia sarà considerato festivo e retribuito come tale.
Badanti non conviventi. Le assistenti familiari non conviventi che prestano servizio a tempo pieno possono lavorare per 5 giorni settimanali (in totale 8 ore/die) o 6 giorni (ad esempio 6 ore). Il settimo, ossia la domenica, è di riposo. Idem se operano ad orario ridotto: la domenica rimane libera. Vale anche per loro la sostituzione della festività con un altro giorno per motivi religiosi.
Infine, ricorda che le altre festività del calendario come Natale, Pasqua, etc. sono altrettanti giorni liberi ma retribuiti, proprio come la domenica.
Ma cosa succede se hai assoluta necessità della badante durante il suo riposo settimanale? Puoi chiederle di trattenersi? La risposta è affermativa. Salvo emergenze non altrimenti risolvibili bada però a farle richiesta con almeno un giorno di anticipo. Il riposo settimanale deve poi essere recuperato.
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E possibile assumere una badante convivente con contratto part time? E possibile assumerla per meno di 30 ore settimanali?
Abbiamo già chiarito che una badante convivente può essere presa a servizio con contratto part time. Questa opzione presenta vantaggi e svantaggi. Gli aspetti positivi sono:
- la possibilità di part time anche orizzontale con orario prolungato. Una badante convivente infatti può prestare servizio per un massimo di 10 ore quotidiane, mentre una badante non convivente ha un limite di 8 ore. Nel limite delle 30 ore settimanali quindi c’è facilità di personalizzazione. Esattamente: part time verticale con 3 giorni di servizio e impegno massimo di 10 h ciascuno, oppure part time orizzontale con attività in fascia 6-14 o 14-22.
- La badante può rimanere in presenza in altri orari, pur senza prestare servizio. Questo garantisce una maggiore sicurezza all’assistito.
D’altro canto l’opportunità di assumere una badante convivente con contratto a orario ridotto presenta anche risvolti negativi:
- quando si necessità di un monte orario inferiore (ad esempio 15 ore) non si ottiene un’equivalente riduzione del costo retributivo, ma soltanto dei contributi INPS. Questo avviene perché il calcolo dello stipendio della caregiver convivente è su base mensile;
- diversamente dalla badante a ore, quella che vive con l’assistito può essere ingaggiata part time unicamente quando si dedica a una persona autonoma. I livelli CS e DS quindi sono esclusi;
- il tetto massimo di impegno settimanale ammonta a 30 ore. Il contratto a ore in tal senso è più flessibile.
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Quanto costa assumere una badante
Chiunque assuma una badante deve valutare con attenzione anche i costi correlati. Il motivo è noto a tutti:si tratta di un esborso mensile con notevole impatto sulle finanze di una famiglia media.
Forse sei già al corrente del fatto che lo stipendio di una badante dipende da vari fattori, col risultato… che capire quanto davvero spenderai è complicato! Niente paura, siamo qui per aiutarti. Le 3 cose principali da considerare per il calcolo sono:
- l’inquadramento retributivo della badante, che è in funzione del suo livello. Ad ogni inquadramento corrisponde una remunerazione diversa;
- il monte orario settimanale, inclusi eventuali straordinari, e giorni/orari lavorativi (i festivi e le notti vengono pagati di più);
- le voci di costo oltre allo stipendio: contributi INPS, ferie, etc.

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Quale è il costo medio mensile per assumere una badante
Andando a sommare allo stipendio lordo della badante i costi accessori notiamo che il totale lievita. Per dare un’idea, una badante AS non convivente, quindi in presenza passiva con impegno full time (40 ore), costa al datore di lavoro non meno di € 1.400-1.500 mensili.
L’onere economico come già sai cresce con l’inquadramento retributivo e le ore di servizio, arriviamo così a un esborso di almeno 2.200-2.300 euro circa per un’assistente familiare convivente DS impegnata a tempo pieno (54 ore).
Per le assistenti domiciliari che lavorano part time le spese calano. Per fare un altro esempio, una caregiver non convivente con inquadramento BS e contratto per 20 ore settimanali ha un costo base che sui aggira sugli 800-900 €.
A questo punto avrai certo intuito che ogni situazione è un caso a sé. Desideri maggiori ragguagli sul costo legato all’assunzione di una badante? E magari delegare i calcoli mensili e annuali per non fare errori e non impantanarti nei meandri della complessità burocratica? Contattaci con fiducia, faremo del nostro meglio per fornirti una risposta esauriente!
Assistente domiciliare di livello Bs fa le pulizie

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Quanto costa assumere una badante con orario settimanale di 30 o 40 ore?
Come molte famiglie, forse anche tu stai pensando di assumere una badante che lavori part time oppure 8-6 ore per 5-6 giorni a settimana. Naturalmente ti chiedi quanto spenderai mensilmente. La risposta è in funzione del tipo di contratto e delle ore di lavoro. La tabella sottostante ti fornisce degli esempi realistici del costo complessivo base per i casi tipici:
| Costo badante per livello e orario 30/40 ore | |
| Badante BS convivente part time 30 ore | a partire da € 930 |
| Badante BS non convivente part time 30 ore | a partire da € 1.200 |
| Badante BS non convivente 40 ore | a partire da € 1.600 |
| Badante CS non convivente 30 ore | a partire da € 1.320 |
| Badante CS non convivente 40 ore | a partire da € 1.760 |
| Badante DS non convivente 30 ore | a partire da € 1.560 |
| Badante DS non convivente 40 ore | a partire da € 2.080 |
Alcune precisazioni. Avrai notato la differenza, a parità di ore, tra la badante BS convivente e non convivente. Tale discrepanza deriva dal fatto che la prima usufruisce del pagamento in natura di vitto e alloggio, o relative indennità se vi rinuncia (€ 6,60 giornaliere in totale), mentre la seconda no, a meno che non faccia un part time orizzontale con impegno per 6 o più ore giornaliere. In tal caso ha diritto a un pasto, oppure alla corrispondente indennità.
Analogamente, una badante DS non convivente che presti servizio per 40 ore settimanali riceve una retribuzione simile a quella di una badante convivente a tempo pieno (54 ore) di analogo livello. Se ti sembra che la seconda guadagni meno, in proporzione al monte di ore, sappi che la ragione è la medesima, ossia il fattore vitto e alloggio.
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Quanto costa assumere una badante convivente con orario settimanale 54 ore?
Il contratto per l’assunzione di una badante convivente prevede un orario pieno di 54 ore per le assistenti domiciliari con inquadramento CS e DS, e orario full time (sempre 54 ore) o part time di 30 ore per le caregivers di livello BS.
Naturalmente, nulla vieta di far lavorare la collaboratrice per un numero inferiore di ore specificandolo nella lettera di assunzione, ma a livello economico cambia poco. La differenza si limita infatti a un esborso più basso per i contributi previdenziali. Quanto allo stipendio, rimane sostanzialmente invariato perché il CCNL ne stabilisce il calcolo su base mensile e non oraria.
Ecco spiegata la ragione per cui chi assume una badante convivente preferisce fare contratto di 54 ore o di 30. Il costo della caregiver che risulta attiva a tempo pieno in orario diurno è indicato orientativamente nella tabella sottostante.
Non abbiamo incluso il vitto e l’alloggio, intendendosi di solito pagati in natura. Quando invece occorre liquidare l’indennità l’esborso corrisponde a € 6,60 al giorno. Nota che ogni anno tale ammontare viene ricalcolato in base al costo della vita. Il risultato si esprime con un ritocco al rialzo.
| Costo badante convivente 54 ore | |||
| Livello di inquadramento | Stipendio lordo | Tfr, tredicesima, ferie, Cas.Sa.Colf | Totale |
| Inquadramento AS | a partire da € 870 | a partire da € 364 | a partire da € 1.235 |
| Inquadramento BS | a partire da € 1.006 | a partire da € 386 | a partire da € 1.392 |
| Inquadramento CS | a partire da € 1.138 | a partire da € 408 | a partire da € 1.546 |
| Inquadramento DS | a partire da € 1.600 | a partire da € 488 | a partire da € 2.090 |
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Quanto costa una badante a ore?
Il calcolo della retribuzione di una badante non convivente si basa sulle ore di servizio della collaboratrice (Approfondimento: “Quanto costa una badante a ore”) e come hai appena appreso sul suo livello di inquadramento.
Ecco da quanto parte oggi il compenso orario della caregiver senza convivenza:
- livello AS: € 6,3;
- livello BS: € 7.1;
- livello CS: € 7,91;
- livello DS: € 9,50.
Analogamente a quanto avviene per le assistenti per anziani conviventi, anche per le badanti a ore occorre sommare allo stipendio il rateo ferie, indennità di fine rapporto, tredicesima e la Cas.Sa.Colf. Data la flessibilità dell’orario di lavoro non possiamo fornire, per ragioni di brevità, un esempio per ogni situazione.
Per una stima indicativa puoi esaminare la tabella che segue dove sono riportati i costi base.
| Costo badante non convivente a ore | |||
| Livello di inquadramento | Stipendio lordo | Tfr, tredicesima, ferie, Cas.Sa.Colf | Totale |
| Badante AS 20 ore | a partire da € 546 | a partire da € 200 | a partire da € 746 |
| Badante AS 40 ore | a partire da € 1.092 | a partire da € 344 | a partire da € 1.436 |
| Badante BS 20 ore | a partire da € 615 | a partire da € 211 | a partire da € 826 |
| Badante BS 40 ore | a partire da € 1.230 | a partire da € 367 | a partire da € 1.597 |
| Badante CS 20 ore | a partire da € 685 | a partire da € 223 | a partire da € 908 |
| Badante CS 40 ore | a partire da € 1371 | a partire da € 389 | a partire da € 1.760 |
| Badante DS 20 ore | a partire da € 823 | a partire da € 260 | a partire da € 1.083 |
| Badante DS 40 ore | a partire da € 1.646 | a partire da € 431 | a partire da € 2.080 |
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Quanto costa una badante notturna?
E’ facile intuire che chi lavora di notte ha diritto a un compenso maggiorato per la perdita del riposo notturno, e questo vale anche per le badanti. Si tratta sempre di badanti considerate conviventi in ottemperanza alla normativa in vigore, anche se poi di giorno vivono e dormono altrove. Quindi ricorda che hanno sempre diritto a vitto e alloggio (2 pasti anziché 3) o relativa indennità sostitutiva.
Il costo indicativo comprensivo di contributi, tredicesima e Tfr per una badante notturna in assistenza attiva a orario pieno di 54 ore parte da:
- € 1.566 per livello di inquadramento BS;
- € 1.744 per livello di inquadramento CS;
- € 2.103 per livello di inquadramento DS.
Quando invece la badante notturna opera con lo status di convivente in presenza notturna l’esborso mensile parte da € 1.113.
Assistente per anziani durante un servizio domenicale

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Quanto costa una badante nei weekend e giorni festivi?
Se la badante lavora la domenica o altri giorni festivi perché sta facendo straordinario ha diritto a una maggiorazione del 60% sul compenso relativo alle ore in più.
Sovente le famiglie preferiscono però assumere una seconda badante con contratto per sostituzione riposi perché l’assistito richiede assistenza continuativa. Questo è possibile quando la badante principale ha un inquadramento CS o DS. Ricorda che la seconda assistente familiare deve essere del medesimo livello della badante sostituita. Puoi scegliere se assumerla come convivente oppure no, nel primo caso la paga sarà comunque oraria ma devi aggiungere vitto e alloggio.
La retribuzione oraria corrisponde a € 8,49 per una badante CS e € 10,25 per una badante DS. Ci sono inoltre da calcolare il corollario di contributi INPS, Tfr, ferie, Cas.Sa.Colf e tredicesima.
Indicativamente, una caregiver CS che lavori per 16 ore il fine settimana ha un costo totale che parte da € 812 al mese, mentre una di livello DS con orario analogo costa € 910.
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Quando pagare vitto e alloggio?
Un’altra domanda che si pone chi ha una badante alle dipendenze riguarda il vitto e l’alloggio non usufruiti. In questi casi, il datore di lavoro realizza un risparmio?
In realtà no, perché deve versare un’indennità sostitutiva alla caregiver. Questa somma spetta alla badante anche durante le ferie, i congedi, gli infortuni e la malattia. Le sole eccezioni provengono dai giorni di permesso non retribuito e dal ricovero in ospedale o comunque in una struttura di cura in cui siano già dispensati vitto e alloggio. Anche il contratto di convivenza Lungo Orario (10 h di servizio ma senza pernottamento) esenta da questo onere.
L’ammontare attuale dell’indennità totale giornaliera da corrispondere alla badante è attualmente di € 6,60. Si ottiene dalla somma dell’indennità vitto, di € 2,31 per ognuno dei 2 pasti principali (in natura occorre fornire anche la colazione), e di € 1,98 per l’alloggio. Può anche essere scorporata qualora l’assistente familiare consumi i pasti o un pasto (con ulteriore sottrazione) ma dorma fuori o viceversa.
Un esempio: l’assistente per anziani convivente rinuncia alla cena. Nella retribuzione mensile si troverà quindi l’indennità sostitutiva di € 2,31 per ogni cena che non ha consumato. A ben guardare, c’è di consolatorio che coi prezzi attuali dei generi alimentari e il rincaro delle bollette tale indennità appare alquanto frugale…
Rammenta però che vitto e alloggio della badante contribuiscono al calcolo della sua liquidazione e della tredicesima. Ricordiamo in ultimo quando la collaboratrice ha diritto ai pasti e a una sistemazione per dormire:
- badante convivente;
- badante convivente in sostituzione riposi;
- badante a ore che svolga il suo servizio per un orario continuato uguale o superiore alle 6 ore (le verrà corrisposto un pasto o relativa indennità);
- badante in presenza notturna: ha diritto al solo alloggio;
- caregiver convivente assunta per la notte: alloggio e 2 pasti.
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Sanzioni previste dalla normativa per badanti e colf assunte in nero: i rischi per la famiglia
La tentazione di assumere la badante in nero è comune, dati gli alti costi complessivi dei versamenti previdenziali, Tfr, etc. In Italia infatti il lavoro sommerso fra i collaboratori domestici raggiunge cifre a 5-6 zeri, ma ti diciamo subito che questo costume così diffuso non è né lungimirante né privo di rischi. Iniziamo con il fornirti la lista dei pericoli che corri assumendo una badante senza contratto:
- pesanti sanzioni amministrative qualora la situazione irregolare venga a galla (basta un infortunio della badante, un controllo asl per altre ragioni… giusto per citare 2 esempi);
- ripercussioni penali: quando l’assistente familiare assunta in nero è straniera e priva di permesso di soggiorno, si incorre in una situazione che può portare anche all’arresto fino a 3 anni;
- denuncia da parte della badante: se si fa male mentre lavora per te, e ti chiede un cospicuo risarcimento ma tu non sei assicurato perché ufficialmente la collaboratrice non esiste? Possiamo garantirti che non si tratta di eventi rari, e non è infrequente che finiscano in tribunale;
- assistenza di minore qualità: un’assistente familiare ha tutto l’interesse a farsi assumere regolarmente. Infatti in questo modo percepisce il diritto a Tfr, pensione, malattia retribuita, tutela degli orari di lavoro, ferie, congedi e, se straniera, può regolarizzare la sua posizione. Soltanto una badante un po’ improvvisata insomma accetta di lavorare in nero, nella maggior parte dei casi. A farne le spese quindi è l’assistito, cosa preoccupante specialmente quando non è autosufficiente;
- l’assistente domiciliare è stata pagata in contanti? Può fare denuncia anche in questo caso, per omessi pagamenti… sicché il datore di lavoro sarà costretto a pagarla una seconda volta…
Aggiungiamo per ultimo lo svantaggio legato alla mancata detrazione fiscale (Approfondimento: “Breve guida per la detrazione fiscale delle spese per l’assistenza domiciliare”) del costo badante e all’eventuale perdita dei bonus che consentono di risparmiare sull’esborso per l’assistenza domiciliare.
Scendiamo ora in dettaglio sulle sanzioni amministrative per chi ingaggia un caregiver in nero. Le multe derivano da più infrazioni:
- mancato pagamento dei contributi all’INPS. La “tariffa” base della sanzione è di € 3.000. Tale somma dovrebbe appianare i mancati versamenti, ma sappi che se l’assunzione irregolare è avvenuta diverso tempo prima pagherai di più, perché devi versare gli arretrati con una maggiorazione dal 30% fino al 60%;
- assunzione di un immigrato irregolare: oltre ai risvolti penali c’è una multa da € 5.000;
- l’omessa registrazione all’Istituto Previdenziale espone a un’altra salatissima ammenda: 150 euro per ogni giorno di lavoro in nero + una somma forfettaria di € 1.500-2.000;
- da parte del Centro per l’Impiego arriva un’altra penale per la mancata registrazione: da 200 a 500 euro.
Potrebbe non essere ancora finita: quando impieghi un dipendente (include i badanti) per una mansione diversa da quella che gli compete devi risarcire anche lo Stato. Che esige:
- da € 1.800 fino a € 10.800 se il collaboratore irregolare ha lavorato per un massimo di 30 giorni;
- da € 3.600 a € 21.600 quando ha prestato servizio irregolarmente per un arco temporale incluso fra i 30 e i 60 giorni;
- da € 7.200 a € 43.200 per periodi di attività superiori.
E in caso di infortunio della badante con conseguente denuncia quanto paghi? Non siamo in grado di rispondere con precisione a questa domanda perché ogni caso è storia a sé. Ma potenzialmente si tratta di grosse somme, senza contare il compenso dell’avvocato se viene chiamato in causa.
Ora che sai come stanno le cose, però, non devi scoraggiarti. Noi siamo al tuo fianco per trovare la soluzione su misura in grado di conciliare le tue esigenze di assistenza di qualità con il budget familiare. Contattaci per prenotare un colloquio conoscitivo gratuito, non te ne pentirai.
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